Oggi vi voglio parlare di un posto a me molto caro, un luogo in cui fino a pochi anni fa bambini e ragazzi si divertivano a giocare e a stare in compagnia: l’ ex albergo Faro a Levigliani.
L’edificio ha ancora un bellissimo parco, un giardino “segreto” aperto fortunatamente al pubblico la scorsa estate durante Win Art Levigliani 2013. Ha infatti ospitato le opere degli artisti dell’associazione Imaginificat e alcune cantine aderenti all’iniziativa.
Purtroppo parte dell’edificio è abbandonato da tempo e l’altra è stata divisa in appartamenti nel 1983, ma gli stemmi e le targhe visibili al suo interno nascondono una storia ai più sconosciuta. Chiamato dagli anziani del paese “il palazzo” è stato costruito nel 1802 ed è stato trasformato in albergo nel 1830 da Joseph Simi. In una vietta laterale è possibile intravedere la chiesetta privata intitolata a San Nicola e un tempo della famiglia. Oggi è purtroppo chiusa al pubblico e usata come magazzino.
La famiglia Simi era benestante: proprietaria di cave di marmo possedeva diversi immobili e terreni in varie località versiliesi. Gli affari andavano bene e i Simi ricoprivano incarichi pubblici e ruoli importanti: Angelo, nato nel 1793, fu ad esempio sindaco del Comune di Stazzema. Nel 1870 appoggiò inoltre il progetto di costruzione della strada rotabile Ruosina-Arni necessaria per agevolare gli spostamenti della popolazione dei paesi montani e per trasportare i marmi a valle. Il figlio Emilio (nato nel 1820) studiò botanica a Pisa, fu consigliere comunale a Pietrasanta e uno dei primi soci della sezione fiorentina del CAI. Nel 1844 partecipò alla prima ascensione della Pania della Croce e a lui si devono le più antiche esplorazioni nell’Antro del Corchia. Per l’Esposizione di Firenze del 1861 espose prodotti mineralogici e geologici della Versilia, mentre il padre esempi di marmo statuario di prima qualità proveniente dalle sue cave. Angelo ricevette il titolo di Cavaliere del lavoro e nel 1862 una medaglia d’onore per la qualità del suo marmo. Il 30 luglio del 1853 il Re Federico Augusto di Sassonia fu loro ospite e una targa posta all’interno dell’edificio ricorda l’evento.
Gli affari andavano bene e le ricchezze della famiglia aumentavano: Cosimo, primogenito di Angelo e avvocato decise così di investire il patrimonio in una banca inglese che fallì però nel 1879. Alla notizia Cosimo ebbe un malore e morì. La crisi finanziaria causò liti familiari e la vendita dei terreni e degli immobili. Le cave vennero vendute insieme al palazzo alla Società Nord-Carrara e dalla ditta Muraglia di Carrara, nel 1910 il tutto venne acquistato dalla Società La Versilia e nel 1990 subentrò la Società Savema di Pietrasanta. Attualmente il giardino e i due piani inferiori del “Faro” appartengono a una famiglia di Levigliani e sono in vendita.
Galatea
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